Blog

Da Capex a Opex: il Cloud e la sua evoluzione al servizio del business

Fino a pochi anni fa, le aziende non avevano scelta quando si parlava di infrastrutture IT: si decideva di progettare, costruire e mantenere un’infrastruttura internamente poiché rappresentava fondamentalmente l’unica via percorribile, sia per disponibilità dell’hardware, sia per via del personale necessario. Le motivazioni erano diverse, dai problemi di copertura a livello di banda larga alla mancanza di tecnologie mature e affidabili, fino all’assenza di standard sul mercato e/o al forte tradizionalismo tecnico che faceva sentire gli administrator più sicuri e meno esposti in ambienti e infrastrutture progettate sulla base delle loro precedenti esperienze e del relativo know-how operativo maturato.

L’alternativa oggi (e ormai da qualche anno) rappresentata dal cloud a questo modello “on premise” è finalmente credibile, praticabile ed economicamente accessibile: il cloud rappresenta l’IT decentralizzato, non si ragiona più in termini di Capex – Capital Expenditure – una spesa inziale, che ovviamente contempla il rischio di sbagliare in termini di valutazioni, oggi si ragiona in Opex – Operating Expense – un costo necessario, misurabile in tempo reale e perfettamente aderente (nel tempo) alle reali esigenze del business.

Quando la crisi economica del 2008 ha impattato il mercato, molte organizzazioni si sono trovato costrette a fare un po’ di spending review. Di conseguenza il cloud ha rappresentato una soluzione perfetta per tagliare costi improduttivi ottimizzando quindi le risorse a budget. Gradualmente, è poi avvenuto un ulteriore passaggio fondamentale, poiché ha iniziato a cambiare il concetto intrinseco di “cloud computing” – o meglio, il modo in cui gli altri si rapportavano a quel concetto. Il cloud ha iniziato ad essere considerato non più come elemento di incertezza e imprevedibilità, ma fattore di accelerazione e tecnologia abilitante al servizio del business.

Da allora, la consapevolezza delle potenzialità di questo nuovo paradigma ha fatto un incredibile balzo in avanti, arrivando oggi a rappresentare una scelta dettata dalla soluzione “migliore” invece che semplicemente da quella più “economica”, superando tutti i dubbi e le incertezze dovute all’abbandono delle infrastrutture IT tradizionali.

È importante, però, sottolineare che il cloud rimane una tra le tante soluzioni possibili e, proprio grazie alle sue caratteristiche elastiche e sartoriali è essenziale valutarne l’efficacia, caso per caso. A seconda del ambito business di riferimento, delle esigenze di gestione e di outsourcing, anche la colocation o le infrastrutture fisiche dedicate – managed o non – possono avere ancora senso in determinate fattispecie.

Il compito del provider è infatti anche quello di integrare il concetto di cloud sapientemente con altri tipi di soluzioni ed approcci, in modo da trarre il meglio da ognuno di essi. L’obiettivo per i cloud provider e i cloud developer deve rimanere quello di rendere trasparente e la complessità di queste progettazioni al cliente finale, che potrà quindi preoccuparsi solo ed esclusivamente del suo core business, senza farsi carico della gestione delle infrastrutture IT.

Il 2017, ad esempio, è stato l’anno del cloud ibrido, con tantissime richieste da parte del mercato enterprise di soluzioni “miste” di cloud privato integrato con infrastrutture fisiche, sia on premise che nei data center dei provider. Nel biennio 2018-2019 continuiamo a vedere un incremento a questo trend, fino a raggiungere il +28% di richieste di Hybrid & Public Cloud, si può inoltre osservare una forte attenzione verso le soluzioni di Disaster Recovery, Business Continuity e Backup su piattaforme in cloud.  Un’impennata di richieste è senza dubbio da ricondursi anche all’entrata in vigore del GDPR, che prevede la protezione del dato fin dalla progettazione dell’infrastruttura, by design appunto – motivo per cui diventa indispensabile avere soluzioni di disaster recovery affidabili, testate e sicure.

Ad oggi le infrastrutture fisiche al 100% stanno diventando una vera e propria rarità. Chi aveva o ha ancora infrastrutture dedicate si sta preparando, attraverso roadmap di legacy transformation, a integrare processi flessibili e automatizzati alla base del concetto di cloud computing.

Il concetto di cloud si è trasformato tante volte nel corso degli ultimi anni e continuerà a farlo. Allo stesso modo, le modalità di fruizione del cloud continueranno a cambiare a seconda dei requisiti di business dell’ azienda che ne farà richiesta, ma ciò che resterà immutata è la sua funzione primaria: il cloud deve aiutare l’azienda a scalare facilmente (verticalmente e orizzontalmente) e al contempo garantire adeguati standard in termini di sicurezza e privacy dei dati. Risulta, dunque, essenziale affidarsi a provider di solution infrastrutturali che sappiano dare il giusto apporto in termini di consulenza e la massima garanzia a ogni organizzazione cliente, così da supportarne realmente la crescita.

 

La tua organizzazione è pronta ad approcciare il passaggio al Cloud?

I nostri professionisti certificati, al servizio del tuo business